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04 settembre 2023

Stupro di Palermo, la vittima: "Devo andare avanti per mia madre"

In una lettera esclusiva a Zona Bianca, la 19enne mostra la sua determinazione e lancia un appello a tutte le altre donne che subiscono violenza

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In una lettera inviata a Zona Bianca la 19enne vittima dello stupro di gruppo avvenuto a Palermo mostra tutta la sua determinazione nel volersi riprendere in mano la sua vita e lancia un appello a tutte le donne che subiscono violenza. "Non sto sempre nonostante ci siano dei momenti in cui cerco con le mie forze di risollevarmi pensando al futuro", si legge nel messaggio che la giovane ha rivolto alla trasmissione di Rete 4 condotta da Giuseppe Brindisi. Quindi prosegue: "La soddisfazione di rovinare ciò che sarà il mio domani non la darò mai a nessuno". "Purtroppo ho affrontato una vita non facile, ma guardando avanti ho sempre pensato perché lasciarmi condizionare l'esistenza così tanto da persone che vogliono solo questo?" La giovane ha quindi continuato facendo riferimento alla figura della madre: "Devo andare avanti non solo perché voglio una vita migliore, ma anche per mia madre che, nonostante fosse molto malata e bloccata a letto, si faceva sempre vedere col sorriso. Non si è mai arresa dopo decenni passati in sedia a rotelle non ha smesso un attimo di credere in un futuro in cui potesse camminare nuovamente. E allora perché a una persona alla quale rimane solo una cicatrice interiore non può farcela pensando al bene futuro?". Infine, la giovane ha voluto lanciare un accorato appello alle donne che subiscono violenza: "Vorrei far capire che per quanto sporche si possano sentire, per quanto dolore abbiano potuto provare, c'è sempre una soluzione. Sono sicura che liberandosi di tutte le persone che perpetrano violenza sulle donne, grazie alle denunce e a una giusta legge, potrebbe esserci un mondo più bello". Nel messaggio a Zona Bianca, la giovane ha voluto soffermarsi anche sull'importanza di maggiori tutele nei confronti delle vittime e di una "legge più incisiva" verso chi agisce: "Molto spesso per loro è un semplice sfogo, ma se si parlasse di ergastolo o comunque di tanti di anni di carcere, ci penserebbero due volte anzi 20 prima di toccare una donna. Poi resterebbero solo i maniaci che purtroppo essendo malati manco gli importa della pena". E sull'ipotesi di un percorso di rieducazione per gli stupratori, conclude: "Ma come si fa a pensare di rieducare una persona e lasciarla nuovamente in giro dopo che ha rovinato una ragazza? Ora, se qualcuno provasse a toccarmi, io piangerei. Non sono più capace di interagire con un uomo in tal senso".

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