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IL RACCONTO
19 novembre 2020

Sinisa Mihajlovic: "La malattia mi ha reso un uomo migliore"

Sinisa Mihajlovich si è raccontato in un’intervista al Corriere della Sera, ricordando la sua malattia: "Ho pianto e implorato aiuto a Dio. Oggi mi godo ogni momento"

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Sinisa Mihajlovic: "La malattia mi ha reso un uomo migliore"
Foto Instagram @ariannamihajlovic

L’ex calciatore Sinisa Mihajlovich, 51 anni, allenatore del Bologna, in occasione dell’uscita della sua prima autobiografia La partita della vita, scritta con Andrea Di Caro, vicedirettore della Gazzetta dello Sport, si è raccontato in un’intensa intervista al Corriere della Sera, ripercorrendo la sua vita, la lotta contro la leucemia e la recente positività al Covid. "Non avrei potuto fare altrimenti. Adesso siamo qui a parlare, sul terrazzo della mia casa, davanti alla città più bella del mondo, Roma, mentre fumo il mio sigaro. Oggi mi godo ogni momento. Prima non lo facevo, davo tutto per scontato", ha ammesso.

Ricordando poi la lotta contro una forma di leucemia ha detto: "Ammalarsi non è una colpa. Succede e basta. Ti cade il mondo addosso. Cerchi di reagire. Ognuno lo fa a suo modo. La verità è che non sono un eroe e neppure Superman. Sono uno che si è fatto coraggio. Perché avevo paura, e piangevo, mi chiedevo perché, e imploravo aiuto a Dio, come tutti. Pensavo solo a darmi forza nell’unico modo che conoscevo. Mi dicevo di combattere e di non mollare. Non è una sconfitta, è una maledetta malattia".

Sinisa Mihajlovich ha raccontato come la sua famiglia ha vissuto la sua malattia: "Ho chiesto loro di non venire in ospedale col muso lungo, guardandomi come si guarda un malato. Mia moglie è forte, ma i miei figli no, il loro comportamento avrebbe riflettuto il mio. Se mi fossi mostrato debole io, sarebbero stati deboli loro. Perciò hanno visto un padre dimagrito di 15 kg, ma con lo spirito combattivo e fiducioso di sempre".

Come aveva raccontato a Verissimo, da quella è uscito più forte: "Oggi contano la salute e gli affetti. La malattia mi ha reso un uomo migliore". E nella sua autobiografia lancia anche un messaggio di speranza: "Voglio dire a tutte le persone nel mio stato, ai malati che ho conosciuto in ospedale, di non abbattersi, di provare a vivere una vita normale, fossero anche i nostri ultimi momenti. Puoi sentirti un guerriero, ma senza dottori non vai da nessuna parte. L’unica cosa che puoi fare è non perdere la voglia di vivere. Il resto non dipende da noi". L’allenatore del Bologna ha ricordato anche i genitori: "Mio padre morì della stessa malattia, a 37 anni, in pochi mesi. Nel 2000, quando stavano per cominciare i bombardamenti per il conflitto in Kosovo, la mia famiglia era a Roma con me, e mio padre mi disse di voler tornare in Jugoslavia. Lo odiai per questo. Qui in Italia aveva tutto, e invece sceglieva la nostra casa semidistrutta in un paesino senza nulla. Ma erano le sue radici. Ci ho messo tanto a riconciliarmi con lui, ma poi ho capito".

Sinisa Mihajlovch ha ripercorso la sua infanzia difficile in Jugoslavia: "Dalle 6, quando i miei genitori uscivano per andare a lavorare, spettava a me badare a mio fratello Drazen, maa per quanto facessi alcune cose da adulto, avevo appena cinque o sei anni, con tutte le paure di un bambino". L’ex calciatore, che lo scorso agosto è risultato positivo al coronavirus, ha dichiarato: "Non ho fatto nulla di sbagliato o contro le regole. Sono stato sfortunato. Sono risultato positivo e ho fatto la quarantena, l’ho superato. Ho fatto da poco tutti gli esami: sangue, tac ai polmoni e midollo aspirato. Ogni volta mi prende l’ansia. Il prossimo controllo lo avrò a giugno. Speriamo bene".

Sinisa Mihajlovich dal 1995 è legato alla moglie Arianna Rapaccioni, sposata nel luglio del 2005, la quale, come aveva dichiarato lo scorso gennaio nell’intervista a Verissimo con il marito, è stata sempre accanto a Sinisa nel corso della malattia e dei momenti più duri dell sua vita. Dalla loro relazione sono nati cinque figli, Viktorija, Virginia, Miroslav, Dushan e Nicholas. Rivivi, nel video sotto, la storia di Sinisa Mihajlovich, dall'annuncio della malattia al racconto della sua battaglia.

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