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L'ADDIO
06 luglio 2020

Ennio Morricone aveva scritto il suo necrologio: "A Maria il più doloroso addio"

Il compositore si era scritto da solo il suo necrologio, dove chiede funerali privati: "C’è solo una ragione che mi spinge a salutare così ed è avere funerali in forma privata: non voglio disturbare nessuno"

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Ennio Morricone aveva scritto il suo necrologio: "A Maria il più doloroso addio"

Ennio Morricone, morto a 91 anni dopo una caduta, si era scritto da solo il suo necrologio. L'artista prima di morire aveva affidato un testo all’amico di famiglia e suo avvocato Giorgio Assumma, in cui saluta gli amici più cari, tra cui il regista Giuseppe Tornatore, e chiede funerali privati. Un testo commovente nel suo essere asciutto e diretto, in cui dichiara ancora una volta il suo amore a Maria Travia, sua moglie da oltre 60 anni. "Io, ENNIO MORRICONE sono morto" recita l'intestazione. "Lo annuncio così a tutti gli amici che mi sono stati sempre vicino e anche a quelli un po’ lontani che saluto con grande affetto. Impossibile nominarli tutti. Ma un ricordo particolare è per Peppuccio e Roberta, amici fraterni molto presenti in questi ultimi anni della nostra vita. C'è una sola ragione che mi spinge a salutare tutti così e ad avere un funerale in forma privata: non voglio disturbare", chiede il compositore da Oscar nel suo testo d'addio. "Saluto con tanto affetto Ines, Laura, Sara, Enzo e Norbert, per aver condiviso con me e la mia famiglia gran parte della mia vita. Voglio ricordare con amore le mie sorelle Adriana, Maria, Franca e i loro cari e far sapere loro quanto gli ho voluto bene. Un saluto pieno, intenso e profondo ai miei figli Marco, Alessandra, Andrea, Giovanni, mia nuora Monica, e ai miei nipoti Francesca, Valentina, Francesco e Luca. Spero che comprendano quanto li ho amati. Per ultima Maria (ma non ultima). A lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare. A Lei il più doloroso addio". Parlando della moglie e dell'amore per lei in un'intervista a Vanity Fair aveva detto: "Nell'amore come nell'arte la costanza è tutto. Non so se esistano il colpo di fulmine, o l'intuizione soprannaturale. So che esistono la tenuta, la coerenza, la serietà, la durata. E, certo, la fedeltà".

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