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18 settembre 2020

Body shaming, la bellissima lezione di Michele Bravi

Il cantante risponde a un follower su Instagram che lo definisce "troppo magro" con una riflessione contro il body shaming: "Le parole sbagliate davanti a una sensibilità fragile possono essere pericolosissime"

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Body shaming, la bellissima lezione di Michele Bravi
Foto Instagram @michelebravi

Rispondendo a una domanda di un follower, Michele Bravi su Instagram riflette sui giudizi con una bellissima lezione contro il body shaming. "Sei troppo magro. Stai mangiando?", scrive un follower. "Credo serva un po’ più di sensibilità e attenzione nello scrivere questi messaggi. Il corpo è un luogo di intimità che va saputo rispettare e proteggere individualmente. Le parole sbagliate davanti a una sensibilità fragile possono essere pericolosissime. Nessuno ha l’obbligo di dover giustificare il proprio corpo ma tutti hanno l’opportunità di rispettarlo reciprocamente. Spero di aver risposto".

Body shaming, la bellissima lezione di Michele Bravi
Foto Instagram @michelebravi

Di recente poi il cantante, 25 anni, è tornato a parlare sui social anche di salute mentale: "Non ho mai fatto mistero di quanto questa tematica mi stia personalmente a cuore. Ricevo constantemente messaggi di persone che condividono con me la loro la loro storia di lotta contro il "buio". La salute mentale è parte della nostra salute. Non è qualcosa di separato. Condividere il percorso individuale può aiutare ad abbattere lo stigma (...) Non siete soli", ha scritto in una Sotria social.

Body shaming, la bellissima lezione di Michele Bravi
Foto Instagram @michelebravi

Il suo percorso individuale di "lotta contro il buio" Michele Bravi lo aveva raccontato proprio a Verissimo, dove si è raccontato a due anni di distanza dall'incidente del novembre 2018 in cui è rimasto coinvolto, dove ha perso la vita una donna. "Quando vivi un trauma cambiano tante cose dentro di te: io non riuscivo più a sentire gli altri. Ero semplicemente da un’altra parte, avevo perso aderenza con il reale", aveva confessato. "Abituarsi all’assenza di suono per me, che ho sempre raccontato quello che vivevo attraverso la musica, è stato molto difficile". A uscire dal tunnel lo ha aiutato la psicoterapia, e in particolare il metodo terapeutico EMDR, oltre alla vicinanza di una persona speciale: "Ho avuto una fortuna enorme: avere un angelo vicino. Lui adesso non fa più parte della mia vita soltanto perché si è trasferito all’estero. Questa persona è stata salvifica. Mi ha detto di assorbire questo dolore da solo, ma mi ha promesso di tenermi la mano per tutto il tempo".

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