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L'INTERVISTA
05 ottobre 2020

L'intervista a Khaled al-Mahjoub, portavoce dell'esercito libico

Nella puntata del 5 ottobre di Quarta Repubblica, un'intervista esclusiva al generale Khaled al-Mahjoub, portavoce dell’autoproclamato Esercito nazionale libico

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L'intervista a Khaled al-Mahjoub, portavoce dell'esercito libico

«I pescatori italiani saranno sottoposti a un procedimento da parte della Procura generale competente e saranno giudicati secondo la legge dello Stato libico». Queste le parole del generale Khaled al-Mahjoub, portavoce dell’autoproclamato Esercito nazionale libico guidato da Khalifa Haftar in un’intervista esclusiva rilasciata ai microfoni di Quarta Repubblica - il programma di approfondimento politico ed economico condotto da Nicola Porro - in onda lunedì 5 ottobre, su Rete 4. Rispondendo alla domanda sulle condizioni degli 8 pescatori italiani e di altri 10 di diverse nazionalità sequestrati ormai da trentaquattro giorni, ha dichiarato: «Le loro condizioni di salute sono ottime, sono in carcere a Bengasi ed è noto che noi abbiamo cura dei nostri detenuti. Hanno buon cibo, li trattiamo nel rispetto dei diritti umani. Mi risulta che abbiano avuto modo di avere dei contatti con i loro familiari. Certo, sono sotto indagine, ma non gli succederà niente al di fuori di quanto prevedono le procedure di legge. Voglio chiarire che noi non arrestiamo nessuno se non viene violata la legge e i marinai italiani hanno violato le acque territoriali ed economiche della Libia. La verità che il popolo italiano dovrebbe conoscere è, che questa non è la prima volta, ci sono state numerose precedenti violazioni. Continue». Proseguendo, il portavoce ha aggiunto: «I marinai italiani sono stati sottoposti a normali procedure di legge, nei loro confronti non c’è stata e non c’è nessuna persecuzione. Non siamo una milizia, noi siamo un’autorità e un esercito e li abbiamo consegnati alla Procura generale, competente per questo tipo di reato. È stata aperta un’indagine di polizia seguendo le procedure legali al fine di salvaguardare i loro diritti. Sarà dato un incarico a un avvocato per la loro difesa, questo nel caso in cui non ne verrà nominato uno da parte del loro Stato». Ha proseguito: «Riguardo alla droga, sono stati sequestrati dei materiali che dovranno essere analizzati dalle autorità competenti. Spetta agli inquirenti verificarlo e prendere provvedimenti. I pescatori italiani saranno sottoposti a un procedimento da parte della Procura generale competente e saranno giudicati secondo la legge dello Stato libico». TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SU MEDIASET PLAY MAGAZINE

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