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SU RETE 4
06 maggio 2020

Fase 2, a Fuori dal Coro l'intervista al professore Andrea Crisanti

L'intervento dell'ordinario di microbiologia dell'Università di Padova e consulente scientifico della Regione Veneto sulla ripartenza

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"L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha detto tutto e il contrario di tutto e aggiungerei anche che è corresponsabile in parte con la Cina per quello che è successo, per la diffusione dei contagi, potevano essere a mio avviso controllati se avessimo avuto informazioni più dettagliate". Queste le parole del professor Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia dell'Università di Padova e consulente scientifico della Regione Veneto, intervistato sulla ripartenza dell'Italia dopo settimane di lockdown e le differenze con il “modello svedese”, da Mario Giordano a Fuori dal Coro, in prima serata su Retequattro. "Il 'modello svedese' non credo che sia applicabile in altri luoghi e poi tenga presente che gli svedesi stanno pagando un prezzo altissimo, hanno una popolazione che è circa 6 volte inferiore a quella dell'Italia e hanno, credo, 2.400 morti: se lei moltiplica per 6 fa circa 20.000 morti, e hanno una delle mortalità più alte d'Europa rispetto al numero dei casi. E poi è un Paese completamente diverso, ha dei grandissimi spazi, è molto più grande dell'Italia, ha una densità di popolazione bassissima e hanno abitudini sociali molto diverse. Adesso non vorrei fare una battuta, ma sul distanziamento sociale probabilmente non hanno dovuto fare grandi sforzi per applicarlo, nel senso che i ragazzi escono da casa molto presto, i nonni non li vedono quasi mai, insomma non si può paragonare il tessuto sociale affettivo della Svezia, che è diverso da quello dell'Italia, della Spagna ma anche della Francia". Sulla Fase 2 avviata dall'Italia, il professor Crisanti commenta: "Io penso che le modalità della nostra ripartenza sono il risultato di una mancanza di informazione o di analisi sul rischio reale e di una serie di pressioni per riaprire, per questo sembra anche un po' caotica e non razionale. Fatte queste considerazioni, è basata sulla prudenza perché in qualche modo dice “facciamo un pochetto alla volta, aspettiamo due settimane e vediamo cosa succede". Alla domanda relativa all'eventuale “campanello d'allarme” che possa segnalare problematiche, il professor Crisanti dichiara: "Purtroppo questo campanello d'allarme ha una latenza di otto giorni, è come se le rubassero in casa e la sirena le suona dopo otto giorni, nel senso che solo fra otto giorni sapremo qual è stato l'impatto di queste misure e poi gli effetti negativi si prolungheranno per altre due settimane. Quindi questo lo sapremo guardano il numero dei casi, il numero dei ricoveri. Io penso che uno degli aspetti più importanti della cosiddetta ripartenza sia avere una chiarissima visione dei dati e di come utilizzarli". Rispetto all'eventualità che il virus stia perdendo forza, Crisanti sottolinea: "Ci sono due aspetti, uno è legato alla trasmissione e chiaramente c'è una minore trasmissione perché siamo stati tutti quanti in casa per tantissimo tempo e molte persone non si sono infettate. C'è una componente che penso molti incominciano anche a riconoscere che è dovuta a fattori ambientali, nel senso che in climi caldi e non umidi il virus perde capacità infettante. Poi lei mi dice “ha perso virulenza?” La virulenza è anche una funzione, lo stanno scoprendo tutti, della carica infettiva. Chiaramente diminuendo il numero dei contatti, diminuisce anche la carica infettiva e la possibilità che le persone si infettino più di una volta". Sulla diffusione del Coronavirus tramite punture di zanzara, Crisanti dichiara: "La ritengo una possibilità estremamente remota, la capacità delle zanzare di trasmettere malattie è il risultato di un processo evolutivo di decine e decine di migliaia di anni, non immagino possa accadere, altri Coronavirus non vengono trasmessi dalle zanzare". Analizzando la cura sperimentale al plasma su cui la comunità scientifica sta dibattendo, Crisanti è ottimista: "Si tratta di una cura che anche in passato su alcune malattie e situazioni ha dato risultati molto importanti. La somministrazione di immunoglobuline avviene ogni volta che una persona magari ha un incidente e fa la profilassi per il tetano, avviene nel caso di contatti con cani che si sospettano possano avere la rabbia. Diciamo che è una procedura che funziona, nel caso specifico del Coronavirus ci sono risultati molto promettenti. Alcuni pazienti, specialmente quelli che si sono ammalati in forma grave e che hanno superato la malattia producono anticorpi; questi anticorpi hanno la capacità di neutralizzare il virus in colture cellulari e hanno un effetto di guarigione, cioè accelerano, la guarigione nelle persone che stanno molto male". Infine, sulla durata del virus, che alcuni scienziati americani sostengono sarà di circa 18 mesi, Crisanti obietta: "Guardi, non faccio l'indovino, senza dei dati non mi pronuncio. La risposta è non lo so". TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SU MEDIASET PLAY MAGAZINE

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